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Oscar Wilde

La sfinge senza segreti

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"La sfinge senza segreti" è un racconto apparso per la prima volta su The World nel 1887 e poi incluso nell'antologia "Lord Arthur Savile's crime and other stories", pubblicata nel 1891. In questa breve storia ritroviamo compendiate in maniera paradigmatica alcune delle caratteristiche tipiche della narrativa di Wilde, quali il gusto per l'aforisma e per il paradosso, esemplificate nelle battute iniziali e soprattutto finali, che in un certo qual modo ne racchiudono il senso stesso. La Sfinge senza segreti verte tutto su una donna che misteriosamente ogni settimana in un dato giorno e in una data ora si reca in un appartamento e vi esce solo dopo alcune ore. Il tutto viene fatto con tale segretezza e precisione, da far pensare al protagonista che la donna nasconda per l'appunto un segreto inconfessabile (è ricattata? ha un amante? vede un parente in difficoltà finanziarie e non può dirlo al marito?). Le ipotesi si sprecano, finché il protagonista non parla con un vicino che gli svela l'arcano. La donna non ha nessun amante o parente o ricattatore, siede per alcune ore vicino alla finestra e basta, per poi tornare a casa sua.

Oscar Wilde, nato e cresciuto a Dublino in un ambiente colto e spregiudicato, studiò a Oxford dove ebbe come maestri J. Ruskin e W. Pater. Il suo ingegno brillante, i suoi successi letterari e le sue pose eccentriche lo imposero come una delle personalità dominanti nei circoli artistici e nei salotti mondani sia inglesi che francesi. Visse prevalentemente tra Parigi e Londra, ma con frequenti viaggi in Italia, Grecia e Nordafrica. Nel 1884 sposò Constance Lloyd, da cui ebbe due figli, ma ben presto il matrimonio naufragò. Tutta l’aristocrazia e la classe dirigente di cui era stato fino a poco prima l’idolo lo abbandonarono a causa della sua relazione con lord Alfred Douglas, che in particolare gli mise contro il padre di questi, marchese di Queensberry. In un processo che suscitò enorme scalpore, fu condannato per omosessualità a due anni di lavori forzati (1895). Scontata la pena, in miseria e abbandonato da tutti, si rifugiò in Francia dove morì tre anni dopo. Nel 1891 uscì il suo romanzo più celebre Il ritratto di Dorian Gray (The picture of Dorian Gray), massima espressione del decadentismo e dell’estetismo. La sua opera è inseparabile dalla sua vita. Non solo predicò l’estetismo, ma volle vivere la propria vita come un’opera d’arte. Il tentativo di conciliare istanze di ribellione e mondanità si riflette nell’atteggiamento verso la società vittoriana, criticata ferocemente ma anche blandita.
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Editorial
Saga Egmont
Año de publicación
2020
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